LABORATORIO MUSICALE

 LABORATORIO MUSICALE DI DOREMIFASUD

EDIZIONE 2019

C.I.Q. Centro Internazionale di Quartiere
via Fabio Massimo n°19

25/26/27/28 aprile 1 maggio 2019

 Per quattro giorni il Centro Internazionale di Quartiere (CIQ) di Milano è diventato una vera e propria Accademia di Musica Africana. Un gruppo di prestigiosi musicisti provenienti da vari paesi africani, assistiti dai musicisti di Ararat Ensemble Orchestra, hanno tenuto corsi intensivi per trasmettere la loro arte e il loro sapere a quanti sono interessati a entrare o a perfezionarsi in questo campo.

L’idea nasce da Modou Gueye e Paolo Lodigiani assieme al gruppo di lavoro del CIQ e Ararat Ensemble Orchestra che hanno ideato il festival DOREMIFASUD, con il desiderio di favorire dialoghi in musica fra il nord e il sud del mondo. Lo scopo del laboratorio quindi è di creare una continuità di rapporti capaci di far nascere nuove iniziative durante l’anno. Un segno significativo di tale continuità è il fatto che due tre docenti del laboratorio siano fra i vincitori delle passate edizioni del concorso DOREMIFASUD.

Corsi 

Il laboratorio si è articolato in 10 diversi corsi: 

kora 

balafon 

percussioni 

tembur[saz] e strumenti a corda pizzicata [chitarre,mandolini,…] 

gnawa music 

guimbri [basso e contrabbasso] 

voce 

storia e sociologia della musica africana

musica d’insieme 

coro

 

Docenti

HARUNA KUYATEH  [Gambia]

Haruna Kuyateh è un musicista e griot gambiano. Suona la kora un’arpa africana. Il griot è una figura della musica e della poesia africana, una specie di poeta d’occasione, che mette in musica sia le storie del suo popolo, che la cronaca del villaggio. Griot non si diventa, si nasce, si eredita l’arte del suonare e del comporre in rima da un famigliare. Haruna Kuyateh canta in due lingue, la lingua mandinka e la lingua bambara, che sono due lingue dell’Africa occidentale. Oltre ad imparare a suonare e a mettere in rima le parole dei testi conciliandole con le melodie, il griot impara anche l’arte del liutaio, ovvero come costruirsi da solo lo strumento, nel caso di Haruna la kora, dalla scelta e la lavorazione dei legni, alla conciatura della pelle che viene montata e tesa su una grossa zucca essiccata per costruire la cassa di risonanza dello strumento.

 

BALLA NAR NDIAYE ROSE  [Senegal]

Percussionista e compositore Senegalese. Nato a Dakar, le sue origini provengono da un’importante famiglia Griot. Sin da piccolo apprende l’arte della musica e del sabar da suo padre Doudou Ndiaye Rose (celebre percussionista e compositore a livello internazionale). La sua esperienza musicale come percussionista si perfeziona maggiormente seguendo il gruppo di famiglia in diverse tournèe in tutto il mondo. Nel 2005 approda in Italia a Milano dove tiene viva la sua esperienza continuando a studiare nuovi ritmi insieme ai suoi fratelli e cugini, residenti anche loro in Italia. Nel 2009, insieme a loro, ha fondato il gruppo artistico “AFRICAN GRIOT”. Il gruppo è nato per non dimenticare le loro origini; nella cultura africana i Griot sono cantastorie, messaggeri musicali tribali di grande rilevanza culturale. Il gruppo porta in scena spettacoli dal vivo (con danze e ritmi con diversi tipi di percussioni) promuovendo la conoscenza in Italia della cultura africana senegalese. Inoltre, Balla Nar ed il suo gruppo gli African Griot, vengono spesso ingaggiati per partecipare a tournée di artisti africani ospiti in Italia.

 

NABY ECO CAMARA [Guinea]

Naby nasce in Guinea da una famiglia griot. Suona il balafon e canta. Con il suo gruppo Les Amis d’Afrique, composto da musicisti provenienti da diversi paesi africani, partecipa a concerti e Festival in Italia e all’estero. Ha collaborato con Ludovico Einaudi, Youssou N’Dour, Pietro Tonolo e molti altri nomi di fama internazionale. Collabora con Unicef per promuovere le sue attività. In ambito teatrale ha esordito nello spettacolo “Chi è il italiano” di Marleen Scholten. Ha prodotto nel 2012 il suo primo CD “Avventure Mettina”. Nel 2017 esce il suo libro “L’Aventure est dure” a cura di Paolo Mastromo, che, in 10 storie, racconta il suo percorso umano e musicale, i suoi sogni, le aspirazioni, i suoi progetti.

 

ARSENE DUEVI  [Togo]

Arsene Duevi è bassista, chitarrista, cantante, direttore di coro, compositore ed etnomusicologo, originario del Togo, dove è stato il direttore musicale della Cattedrale di Lomè. Arriva in Italia nel 2002 è oggi cittadino italiano. La musica è di Arsene è potente mezzo espressivo e veicolo e spunto di riflessione. Le sue canzoni parlano di pace, giustizia, diritti dei bambini e della necessità di impegnarsi personalmente per migliorare il mondo in cui viviamo. Arsene da molti anni dirige e organizza cori. Oggi ne esistono sei diversi da lui curati, che coinvolgono oltre 300 persone sul territorio di Milano e Monza. Ha suonato con diversi musicisti tra cui: Mario Brunello, Roberto Zanisi, Gennaro Scarpato, Papi Moreno, Tetè Da Silveira, Nicoletta Tiberini e Adalberto Ferrari. Arsene è stato ospite in diversi contesti tra cui : Suoni delle Dolomiti, Mi.To.Settembre Musica, Auditorium Parco della Musica a Roma, Suoni Mobili, Sala Verdi del Conservatorio di Milano, Atlantic Music Expo [Capo Verde], Blue Note Milano, Radio 1 Rai [Sterenotte], Radio 3 Rai [Battiti & Piazza Verdi], Radio Popolare, Teatro Dal Verme di Milano, Musicamorfosi, Teatro Comunale di Vicenza. In Africa ha suonato in Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin e Nigeria.

 

ASHTI ABDO  [Curdo Siriano]

Ashti Abdo, cantante, compositore e polistrumentista curdo, è originario di Afrin, vicino ad Aleppo (Siria). La musica fa parte della sua vita da sempre: da bambino lo appassionano i suoni della natura intorno ad Afrin, dove, dalle colline affacciate sul suo villaggio, ascolta le storie degli anziani che cantano la sua terra. Inizia giovanissimo a cantare, per far addormentare la sorellina, e a strimpellare lo strumento tipico curdo, il tembûr (saz), col fratello. Trasferitosi in Italia dopo l’adolescenza, continua a coltivare il tembûr, iniziando a farsi conoscere come solista, dedicandosi poi allo studio di diversi altri strumenti.

Ha collaborato con diversi progetti tra cui: Domo Emigrantes, Piccola Banda Rebelde canta De André (vincitore del premio “Risonando De André 2015”), Beja con Angelo Petraglia e Francesco Forzani.

 

ABDULLAH AJERARR  [Marocco]

Abdullah Ajerrar nasce ad Essauira (Capitale della musica gnawa in Marocco), nel 1973. In questa città, fin dall’infanzia, gli viene insegnata l’arte dello gnawa da un gruppo di maestri (i cosiddetti maalhemm). Da loro Abdullah impara a suonare il guembry, un basso etnico a tre corde pizzicate, le krakeb, grosse nacchere di metallo, il tbel, un tamburo usato per accompagnare le danze acrobatiche ed i canti tradizionali tipici di questa musica, di cui Abdullah, nel corso degli anni, diventa profondo conoscitore, al tal punto da accompagnare il gruppo dei suoi maestri (guidato dal maestro Omar Al-Haiat) in diverse dimostrazioni artistiche, feste (le cosiddette ‘Lyla’) e serate di musica gnawa, in Marocco e in Europa (Francia, Germania, Belgio…). Abdullah arriva in Italia nel 2000 per accompagnare il maestro Omar Al-Hayat, chiamato da una scuola di arti musicali (la scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna).

Si stabilsce quindi in Calabria fino al 2004 e poi si trasferisce a Bologna, dove, insieme ad altri suoi connazionali, fonda i “kingooba”. Con loro continua a fare concerti musicali, sempre di tradizione gnawa, fino al 2011, anno in cui conosce il musicista Gianluca Sia e con cui, insieme al batterista Mimmo Mellace, fonda il gruppo “Jedbalak” (vincitore dell’edizione 2019 di DOREMIFASUD), un progetto di musica gnawa-fusion in cui collabora tutt’ora. 

 

MARCELLO LORRAI  [Italia]

Marcello Lorrai è giornalista di Radio Popolare, di cui è stato direttore dei programmi. Collabora anche con la Radio della Svizzera italiana. Scrive per il quotidiano Il Manifesto, e la rivista Nigrizia. È autore di numerosi libri tra cui : Africana – La storia delle musiche moderne africane del novecento; Guida musicale di Cuba; La battaglia del Raï; Italian Instabile orchestra-Jazz come ricerca collettiva negli anni ’90, William Parker-Conversazioni sul jazz.

 

 

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